giovedì 31 luglio 2008

Acqua su Marte

La Nasa ha confermato l'esistenza dell'acqua su Marte grazie all'analisi della sonda Phoenix. Finora solo le fotografie e le immagini inviate dalla sonda sulla Terra hanno accertato la presenza di ghiaccio. Phoenix ha eseguito un esperimento molto interessante: nella zona del Polo Nord di Marte, la sonda ha prelevato del ghiaccio e l'ha riscaldato confermando che fosse acqua.

Lago su una luna di Saturno!

La Nasa ha annunciato la presenza di un lago di idrocarburi allo stato liquido su una delle più grandi lune di Saturno: Titano.
La scoperta è sopraggiunta in seguito all'osservazione di Titano per mezzo della sonda Cassini. La Nasa ha reso noto che il lago osservato "contiene degli idrocarburi liquidi" e che è stata formalmente accertata la presenza di etano, sostanza che sulla terra si trova allo stato gassoso.
La scoperta - precisa l'agenzia spaziale americana - ha fatto di Titano "il solo corpo del nostro sistema solare, a parte la Terra, dove si abbia traccia della presenza sulla superficie di sostanze allo stato liquido". Cassini ha rilevato la presenza sulla superficie della luna di Saturno di "centinaia di oggetti scuri che sembrano assomigliare a laghi, ma al momento non è possibile stabilire se siano liquidi o semplicemente scuri e solidi" ha precisato la Nasa.

Eclisse di Sole!

Il 01 Agosto 2008 gli abitanti della Siberia, della Cina, del Canada e della Groenlandia potranno godere del meraviglioso spettacolo dell'eclisse solare. In Italia solo al nord si potrà assistere ad una eclissi parziale. La durata massima sarà di 2 minuti e mezzo.
Il primo contatto della luna con il sole avverrà alle 11 e 04 a Milano e alle 11 e 12 a Bologna, mentre il massimo si avrà alle 11.32 nel capoluogo lombardo e cinque minuti più tardi in quello emiliano, e la fine poco dopo mezzogiorno.
Il modo più semplice per vederlo è usando degli occhiali speciali da eclisse, che hanno uno strato argentato che lascia passare solo un centomillesimo della luce solare. Un altro metodo consiste nel proiettare l'immagine del Sole su un foglio bianco con un piccolo telescopio. In nessun caso, ricorda la rivista, si deve guardare direttamente l'eclissi, perché la luce solare può causare danni irreparabili alla retina.
Per i più pigri, o per chi vuole godersi la totalità dell'eclisse, ci sono diversi siti Web a disposizione: Anche la Nasa ha approntato un sito speciale per l'evento, così come diverse altre istituzioni scientifiche nella fascia attraversata dall'eclisse.

Fonte: Ansa [vedi]

sabato 26 luglio 2008

Makemake



La famiglia dei plutoidi si sta allargando, in attesa in una classificazione definitiva.

Il nuovo arrivato è Makemake, già noto come 2005 FY9 - sigla assegnatagli in occasione della scoperta avvenuta il 31 marzo 2005 - oppure, più familiarmente, come Easterbunny, nomignolo affibbiatogli dagli scopritori (Mike Brown, Chad Trujillo e David Rabinovitz) perché era stato individuato pochi giorni dopo la festività di Pasqua. E un certo riferimento alla Pasqua è rimasto anche nella denominazione definitiva. Makemake, infatti, è il creatore dell’umanità e il dio della fertilità secondo la mitologia degli abitanti di Rapa Nui, nome con il quale gli abitanti indicavano quella che per noi è l’isola di Pasqua.
Finalmente nei giorni scorsi è stato dato l’annuncio ufficiale che il nome proposto dagli scopritori era stato accettato. Da qualche giorno, dunque, l’elenco ufficiale dei pianeti nani è composto di quattro nomi ed è contemporaneamente salito a tre il numero dei plutoidi.

Dal punto di vista fisico non si conosce molto di Makemake. Il suo spettro, studiato grazie allo Spitzer Space Telescope, è risultato molto simile a quello di Plutone e da questa somiglianza si è stimato che il suo diametro possa essere di circa 1500 chilometri, dimensioni che garantirebbero una forma sferica e, di conseguenza, autorizzerebbero la sua classificazione come pianeta nano. Sappiamo inoltre che non possiede satelliti e questo è curiosamente in contrasto con quanto si osserva per i KBO di maggiori dimensioni, tutti accompagnati da un sistema di satelliti. Makemake, infine, è il KBO più luminoso dopo Plutone e la sua magnitudine apparente è di circa 16.7.

Fonte Coelum [vedi]

mercoledì 23 luglio 2008

Test SkyWatcher Equinox 120 APO su Montatura Altazimutale AZ5






Alcuni giorni fa abbiamo avuto modo di eseguire un test in osservazione terrestre dell'Equinox 120 APO SkyWatcher [vedi] montato sulla nuovissima montatura altazimutale SkyWatcher AZ5 [vedi].

Esteticamente l'Equinox da 120mm è davvero ben fatto.. Le rifiniture sono di ottimo livello e le parti cromate donano un'eleganza non da poco, accoppiate alla verniciatura di colore nero lucido.
Anche la testa altazimutale si difende bene: esteticamente molto gradevole e meccanicamente molto molto stabile. La montatura viene fornita con un treppiedi d'acciaio di ottima fattura.

L'AZ5 è in grado di sostenere egregiamente il rifrattore da 120mm f/7.5 solo le raffiche di vento d'alta quota riuscivano ad innescare delle vibrazioni altrimenti assenti. I movimenti della testa altazimutale sono risultati molto fluidi, ma la cosa più importante è che hanno la possibilità di regolarne l'attrito, in base al peso da caricare, grazie a 2 belle manopolone cromate, comode ed efficienti. Questo sistema è in grado di compensare in parte l'assenza di moti micrometrici.

Il test dello strumento è stato eseguito con un prisma raddrizzatore [vedi], diversi oculari ed infine la torretta binoculare Baader MaxBright [vedi].
La resa ottica è risultata, in tutte le circostanze, di altissimo livello. Le immagini sono luminose e ricche di dettagli. Il cromatismo è ben corretto, non abbiamo notato alcun residuo cromatico.
L'accoppiata con la torretta binoculare è sempre uno spettacolo, l'osservazione terrestre diventa più naturale, confortevole e rilassante, senza pensare al numero non trascurabile di dettagli poco percepibili con la classica visione monoculare.
Le parti meccaniche sono molto ben fatte, in particolare abbiamo apprezzato molto l'ottimo focheggiatore Crayford con riduzione micrometrica per una messa a fuoco perfetta.
Devo ammettere che ci siamo divertiti non poco ad osservare i diversi paesaggi terrestri disponibili dalla nostra postazione posta a circa 1200m.


Ho preferito non dilungarmi troppo nella descrizione dei particolari per due motivi:
  1. evitare di annoiarvi..
  2. non togliervi la curiosità di testarlo di persona
Ringrazio gli amici Carlo e Fabrizio per la collaborazione.

Saluti a tutti,
Luca De Cesare

martedì 22 luglio 2008

Venus Express

La navicella europea “Venus Express” il 4 agosto entrerà in un’orbita più vicina al pianeta Venere e potrà iniziare una serie di osservazioni finora mai tentate: lo studio del campo magnetico nella regione nord del pianeta, lo studio del plasma nella ionosfera venusiana più profonda, la misura diretta della densità dell’atmosfera di Venere tramite la pressione i suoi strati più alti eserciteranno sulla navicella nel tratto più basso della nuova orbita che percorrerà a partire dal 4 agosto. La manovre per il cambio di orbita sono iniziate nella seconda metà di luglio. In precedenza “Venus Express” seguiva un’ orbita polare fortemente ellittica, con il punto più vicino al pianeta tra 250 e 400 chilometri dal pianeta e il punto più lontano a 66 mila chilometri. Il punto più vicino dal 4 agosto cadrà tra 185 e 300 chilometri. Dalle reazioni della navicella si capirà se sarà possibile proseguire in una graduale frenata aerodinamica (come già si è fatto con alcune sonde per lo studio di Marte). In caso positivo si potrebbe riuscire a raccogliere dati sull’atmosfera di Venere molto particolareggiati, strato dopo strato. L’ultima importante scoperta compiuta da “Venus Express” risale allo scorso mese di maggio: è la presenza della molecola ossidrile (O-H) nell’atmosfera del pianeta. Un fatto importante, perché l’ossidrile è – ovviamente – la molecola derivata dall’acqua per distacco di un atomo di idrogeno.

Fonte: Le Stelle [vedi]

lunedì 21 luglio 2008

31 maggio 2010: Ultimo viaggio dello Shuttle!

Partirà il 31 maggio 2010 l'ultimo viaggio nello spazio dello shuttle, con 4 mesi di anticipo. L'annuncio è stato circa 10 giorni fa dalla Nasa. La navetta spaziale effettuerà ancora dieci missioni: l'ultima sarà la venticinquesima dello shuttle Endeavour, la trentacinquesima verso la Stazione spaziale, che durerà 15 giorni. Una volta terminata l'attività dello shuttle, la Nasa si concentrerà sul progetto Orion per riportare l'uomo sulla Luna.

giovedì 17 luglio 2008

Le tre Aurore di Saturno




Alle aurore solari di Saturno se n'è aggiunta una "nuova" e unica nel suo genere, provocata da Encedalus, una delle sue sessanta lune, che ogni secondo spedisce verso il pianeta madre un carico particolare... (Andrea Porta, 25 giugno 2008). Osservando l'immagine di Saturno si può notare che ai poli esistono due cerchi che sembrano i bordi incandescenti di una voragine che attraversa il pianeta da parte a parte. Questi cerchi non sono altro che aurore solari, ossia fenomeni ottici temporanei provocati dall'interazione tra il vento solare e il campo geomagnetico del pianeta. L'immagine è stata scattata dal telescopio Hubble nel 1998 e, da allora, sono state osservati molti altri fenomeni analoghi su Saturno. Alcuni astronomi dell'università di Leicester (Regno Unito) hanno scoperto che, oltre alle aurore solari, Saturno ne presenta un'altra, di minore intensità, ma che, al contrario di quelle solari, è costantemente presente. L'origine del fenomeno andrebbe ricercata nell'interazione tra il pianeta e uno dei suoi sessanta satelliti, Enceladus, il sesto in ordine di grandezza, distante "appena" 180.000 km dal confine con l'atmosfera del pianeta madre (meno della metà di quella che separa la Terra dalla nostra luna). Ogni secondo la luna di Saturno espellerebbe dalla sua orbita qualcosa come 100 kg di materiale vulcanico che, cadendo sul pianeta, darebbe origine a questo fenomeno. «La recente scoperta su Enceladus di tracce di attività vulcanica», spiega uno dei ricercatori, «giustificherebbe questa ipotesi.»

lunedì 14 luglio 2008

XLI Congresso UAI: 19-21 settembre 2008

E' online il sito del congresso nazionale 2008 dell’Unione Astrofili Italiani. Il congresso quest’anno si svolgerà a Biella dal 19 al 21 Settembre e vedrà la partecipazione d’ospiti illustri sia nazionali che internazionali. Saranno presenti nel programma inoltre, le tradizionali sezioni dedicate agli ambiti di ricerca che più interessano il mondo degli astrofili.
Da oggi fino al termine del congresso, in questo spazio sarà possibile reperire le principali informazioni sull’evento, tra cui l’agenda dei lavori, le informazioni logistiche circa gli alberghi convenzionati e tutte le ultime notizie dagli organizzatori del congresso e da Biella.

Per tutte le informazioni cliccare sul link che segue:
http://congresso.uai.it/

martedì 8 luglio 2008

lunedì 7 luglio 2008


Gli scienziati hanno discusso per più di 30 anni circa l’origine delle regioni lisce presenti sulla superficie di Mercurio e sull’origine del suo campo magnetico. Ora, le analisi dei dati ottenuti mediante il flyby della sonda MESSENGER (Mercury Surface, Space Environment, Geochemistry and Ranging) hanno evidenziato che nel processo di formazione delle regioni con minore presenza di crateri ci sia stata l'influenza di qualche attività vulcanica e che il campo magnetico sia attivamente generato dal nucleo del pianeta.

Gli scienziati, inoltre, hanno potuto verificare in modo approfondito la composizione chimica della superficie, campionando le particelle cariche (ioni) vicino al pianeta.

Le controverse speculazioni legate all’origine delle regioni “levigate” di Mercurio hanno avuto inizio nel lontano 1972, durante la missione lunare dell’Apollo 16, che suggerì che alcune regioni senza craterizzazione della Luna avessero avuto origine dalla deposizione di materiale eiettato durante l’impatto di grossi meteoriti, che coprì il terreno sottostante. Quando il Mariner 10, nel 1975, fotografò simili formazioni anche su Mercurio, alcuni scienziati ipotizzarono che fosse avvenuto lo stesso processo, come sulla Luna. Altri scienziati sostennero, differentemente, che la natura delle regioni prive di forte craterizzazione fosse di origine vulcanica. In realtà questa seconda ipotesi non ha mai avuto molto credito per via del fatto che le immagini passate non mostrassero evidenti tracce di bocche vulcaniche o altre formazioni della stessa natura.

Oggi, i ricercatori, hanno finalmente trovato tracce di bocche vulcaniche lungo i margini del bacino Caloris, uno dei bacini da impatto più giovani del Sistema Solare. E’ stato inoltre scoperto come Caloris abbia una storia geologica molto più complicata di quanto si ritenesse in precedenza.

Le prime misure di altitudine hanno anche mostrato che i crateri sul pianeta siano molto meno profondi che sulla Luna ed evidenziano una geologia molto più complessa.

Il nucleo di Mercurio contiene circa il 60% della sua massa, e sembra 2 volte più grande rispetto a quello di qualsiasi altro pianeta di tipo terrestre. Il flyby ha rivelato, anche, che il campo magnetico, che si origina nel guscio esterno del nucleo ed è “alimentato” dal processo di raffreddamento, genera complesse interazioni dinamiche tra l’interno del pianeta, la superficie, l’esosfera e la magnetosfera.

Sean Solomon, del Carnegie Institution of Washington, afferma: “La tettonica dominante su Mercurio, che coinvolge le aree analizzate per la prima volta da MESSENGER, ha generato formazioni chiamate “scarpate lobate”, ovvero enormi scarpate che si sono formate durante la contrazione dell’area circostante. Queste formazioni ci suggeriscono quanto sia stato importante il raffreddamento del nucleo per l’evoluzione della superficie. Dopo la fine del periodo del bombardamento meteoritico, il raffreddamento del nucleo del pianeta non soltanto ha “alimentato” il campo magnetico, ma ha anche portato alla contrazione dell’intero pianeta. I nuovi dati, ottenuti dopo il flyby, mostrano che la contrazione totale è stata di un terzo più grande di quanto si ritenesse prima”

Il flyby ha effettuato, inoltre, le prime osservazioni delle particelle ionizzate che compongono l’unica sottilissima atmosfera del pianeta (l’esosfera). L’esosfera è un’atmosfera ultrararefatta nella quale le molecole sono così distanti le une dalle altre da avere più probabilità di collidere con la superficie che tra di esse.

Fonte: NASA [vedi]

sabato 5 luglio 2008

Oggi Sabato 5 Luglio 2008 Apertura Pubblica all'Osservatorio Astronomico di San Pietro Avellana

Inizia la nuova stagione all'Osservatorio Astronomico di San Pietro Avellana..!

L'Osservatorio:

Lo strumento principale di cui è dotato l'osservatorio è un riflettore da 40 cm di diametro in configurazione Ritchey-Chrétien.

La configurazione ottica Ritchey-Chrétien è un sistema di configurazione degli specchi di un telescopio riflettore, ed è un'evoluzione dello schema Cassegrain classico capace di diminuire notevolmente gli effetti dell'aberrazione per gli oggetti fuori asse. Fu inventata all'inizio del XX secolo dall'astronomo statunitense George Willis Ritchey e dall'astronomo francese Henri Chrétien.

Allo strumento principale è affiancato un Rifrattore Acromatico da 127 mm utilizzato per le osservazioni in alta risoluzione del Sistema Solare e del Sole in luce bianca.

La dotazione continua con un elevato numero di accessori: Oculari con diversi schemi ottici dai Wide-Field agli Ortoscopici per l'alta risoluzione, Sistema Binoculare per osservazioni stereoscopiche, Filtri Wratten ed interferenziali a banda larga e banda stretta, vari ausili didattici per l'osservazione ed il riconoscimento delle principali costellazioni.

Comunque la caratteristica principale dell'osservatorio resta l'elevata qualità del cielo notturno. La volta celeste, allo zenit, non risente dell'ormai inarrestabile Inquinamento Luminoso facendo stimare una magnitudine limite visuale di 6,5. La Via Lattea solca il cielo notturno e si staglia sul fondocielo in maniera netta e contrastata.

Il Planetario:
L'Osservatorio Astronomico Leopoldo Del Re ospita al suo interno un Planetario con proiezione di 1600 stelle. La visita al Planetario rappresenta un momento didattico-introduttivo propedeutico alla visita in cupola. Durante la visita verranno rese note le nozioni fondamentali sulla tipologia dei vari corpi cielesti visibili di notte, verrà spiegata la natura e la modalità del loro moto apparente, saranno impartite nozioni sulle principali proprietà fisiche dei maggiori corpi del nostro Sistema Solare. Tutto ciò avverrà nell'atmosfera suggestiva della proiezione artificiale della volta celeste.
Il Planetario rappresenta il momento più importante della visita perchè dà la possibilità ai visitatori di interagire con il personale ponendo domande ed interagendo attivamente.

Attività:
Le attività e gli scopi dell'osservatorio sono diversi. La divulgazione dell'Astronomia rappresenta di sicuro il principale scopo dell'Osservatorio Leopoldo Del Re. Lasciare il ricordo di una splendida serata passata ad osservare le meraviglie del cielo è l'obiettivo di tutte le persone che collaborano con la struttura. L'altra importante attività è quella di organizzare eventi tematici con conferenze scientifico-didattiche svolte da professionisti del settore di elevatissima competenza. Coloro i quali vorranno approfondire le proprie conoscenze Astronomiche e Scientifiche potranno partecipare alle varie iniziative proposte dalla struttura in maniera assolutamente gratuita, il personale incaricato sarà a completa disposizione di chiunque chieda loro informazioni.
ATTENZIONE: ricordiamo che la visita è gratuita e che l'osservatorio è aperto a tutti.

Contatti:
dr. Claudio Amicone
Tel.: 335.78.02.583

A breve sarà reso pubblico un calendario ufficiale.

giovedì 3 luglio 2008

NEOSSat: Satellite per controllo di asteroidi

Si chiamerà NEOSSat - acronimo per Near Earth Obiect Surveillance Satellite - e costituirà un incredibile passo in avanti nella sorveglianza degli oggetti celesti che potrebbero costituire un rischio per il nostro Pianeta. Il progetto nasce dalla collaborazione tra l'Agenzia spaziale canadese e la Defence Research Developenet Canada, che cureranno ogni aspetto, dalla progettazione fino alla collocazione in orbita del satellite prevista nel 2010.
Grande quanto una grossa valigia e pesante poco più di una sessantina di chili, il satellite si dovrà occupare non solamente degli asteroidi potenzialmente pericolosi, ma anche dei satelliti in orbita alta.
I punti di forza dovranno essere l'estrema agilità e stabilità nel puntamento, due caratteristiche che finora non erano mai state chieste a satelliti di così ridotte dimensioni. Il compito che attende NEOSSat, infatti, prevede una attività osservativa con centinaia di cambi di puntamento ogni giorno e per ciascuno di essi il satellite dovrà garantire precisione di puntamento e stabilità orbitale. L'occhio del satellite sarà un telescopio di soli 15 centimetri: praticamente poco più di un giocattolo qui sulla Terra, ma che la collocazione in orbita a 700 chilometri oltre l'atmosfera e la possibilità di osservare 24 ore al giorno renderà idoneo al compito che lo attende.
Tra un paio d'anni vedremo se e in che misura i risultati di NEOSSat saranno all'altezza delle attese.

Fonte: Coelum [vedi]

martedì 1 luglio 2008

Matrimoni nello spazio

Presto anche le coppie di comuni mortali e non solo di astronauti potranno sposarsi nello spazio. Un'azienda giapponese, la First Advantage, ha aperto le prenotazioni per il futuri sposi che vogliano suggellare il loro sogno d'amore a bordo di una navicella lanciata in orbita a 100 km di altitudine. L'azienda pensa di attirare soprattutto ricchi cinesi e arabi che possono permettersi il costo di 240 milioni di yen (1,45 milioni di euro).

Sulla navetta potranno prendere posto fino a tre invitati mentre la cerimonia del "sì" sarà celebrata poco prima del decollo affinché gli sposi possano trascorrere la maggior parte del volo a contemplare i contorni della Terra dall'oblò. Il viaggio avverrà in parte anche in assenza di gravità.

Le navette decolleranno da un aeroporto privato in Oklahoma. L'azienda dice di aver ricevuto richieste già ancor prima dell'apertura delle prenotazioni.

Fonte: Tgcom [vedi]